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Storia della Ossa
Il cinema e gli hobby del giovane fondatore
La OSSA nasce negli anni venti come azienda produttrice di un particolare dispositivo brevettato per dare ai film, in quel tempo ancora muti, pure l'audio, accoppiando questo particolare congegno ai proiettori. Il suo fondatore, Manuel Giro era un ex ufficiale della marina mercantile ed appassionato di gare di velocità sull'acqua, dove riuscì a siglare anche alcuni record, dopodiché, quando l'attrazione delle corse sull'acqua per lui venne meno, si dedicò alle corse su strada. Acquistò quindi una Norton 500 con la quale corse delle gare in Europa. Tuttavia la moto non era affatto facile da controllare, tanto che erano più le gare in cui finiva per terra che quelle che concludeva. Per questo motivo cambiò e passò ad una BMW, ma purtroppo il suo motore si rivelò troppo poco potente e quindi lo sostituì con un 6 cilindri 1000 di sua creazione che derivava dalle barche.
La creazione di Giro si rivelò un vero portento in rettilineo, molto meno in curva, tanto che la prima volta che cercò di farla curvare quasi restò ucciso. Dopo ciò si dedicò alle gare di sidecar.
L'inizio della produzione di motocicli
Col passare degli anni dedicò sempre più tempo alla progettazione di un motore. Ne derivò un prototipo di 125 cc che fu uno dei suoi più grandi successi ma fu anche una beffa, infatti vendette il progetto alla futura rivale Montesa che ne farà un successo.
La guerra civile spagnola e la seconda guerra mondiale non riuscirono a cancellare la OSSA anche se misero in ginocchio l'economia spagnola e del resto del pianeta. Da qui nacque la prima vera OSSA, dall'intenzione di creare una moto per le "masse" che rispondesse alla richiesta di un "trasporto economico", infatti nel 1949 venne presentato il primo modello: un 125 3 marce che raggiungeva la ragguardevole velocità di 75 chilometri orari. In pochi anni ne furono venduti 14000 esemplari.
A questo modello ne seguirono altri, come un ciclomotore di 50cc che percorreva 80 km con un litro di benzina.
Eduardo Giro porta al successo la OSSA
Nell'amministrazione dell'azienda entrò anche Eduardo Giro, figlio di Manuel, che era stato un vero e proprio "bambino prodigio": si racconta infatti che progettò il suo primo motore a 12 anni e a 15 ne progettò e costruì uno per aerei in grado di raggiungere i 15000 giri al minuto. Il giovane Eduardo capì subito che per far sopravvivere la piccola azienda di famiglia bisognava guardare oltre il mercato spagnolo.
Le gare e l'apogeo
Nel 1965 presentò alla linea di partenza della "24 ore di Barcellona" due prototipi di motociclette con motore di 175cc. Queste, abbassate al grado di perdenti, venivano date per spacciate ed impotenti contro le motociclette dei 2 colossi spagnoli Bultaco e Montesa. Con un risultato che fece scalpore tra il pubblico e gli appassionati di moto di tutto il mondo, come in Davide e Golia, si ripeté la "bella favola" del piccoletto che batte il gigante, le due OSSA salirono sui 2 gradini più alti del podio, doppiando addirittura 25 volte la Montesa 3ª classificata. La OSSA cominciò a dedicarsi al mondo delle corse iniziando la produzione di moto da cross, enduro e trial oltre a quelle da velocità.
I risultati non tardarono a giungere: vittoria nel gran premio di Spagna nel 1966, 1º e 2º posto nel 1967 alla "24 ore di Barcellona" gareggiando nella classe 250, 4º posto nella classifica costruttori dei Gran Premi del 1968, vittoria in 3 gran premi nel 1969. La OSSA forse raggiunse il suo apogeo di splendore negli anni 1971 e 1972, vincendo il campionato europeo di trial, la competizione più importante a livello mondiale di trial, il cui nome verrà poi cambiato in "Campionato del mondo" nel 1975, con Mick "il mago" Andrews, battendo proprio Bultaco e Montesa.
Il declino e la fine
Il ritorno alla democrazia in Spagna in seguito alla morte del "Caudillo" Francisco Franco, segnò, ironicamente l'inizio del declino per la OSSA. Infatti col ritorno del regime democratico si aprì una stagione di grandi agitazioni sindacali, tanto che 2 anni dopo la proprietà fu costretta ad assecondare le richieste dei 460 scioperanti, praticamente la quasi totalità della forza lavoro OSSA, per poter proseguire la produzione.
Il declino fu molto rapido e pesante, i crescenti costi, la sempre più profonda crisi del mercato del motociclo che tra l'altro investì e portò al fallimento pure Montesa e Bultaco, e la crescita di concorrenza relegarono la OSSA, solamente pochi anni prima ai vertici del motociclismo per vendite, innovazione e vittorie, in una posizione marginale.
L'ultima moto prodotta dalla OSSA, alla quale erano affidate le speranze di mercato per gli anni ottanta, fu la "Trial 303 Roja" che venne presentata al 48º Salone di Milano del 1983, insieme al prototipo "Domino", sempre da trial.
Nel 1984 la OSSA cambiò nome in OSSAmoto e passò nelle mani di una cooperativa, segnando la fine di 60 anni di proprietà della famiglia Giro e portando alla fine di questo glorioso marchio.
Venticinque anni più tardi, al 67º Salone di Milano del 2009, il marchio è tornato a far bella mostra sulla motocicletta "OSSA TR 280i", dopo essere stato rilevato dal finanziere spagnolo Jordi Cuxart, che ha ripreso l'attività fondando a Girona la OSSA Factory.